Il 2016 è stato un ottimo anno per le energie rinnovabili, che confermano il loro trend di crescita e le previsioni degli analisti. Se all’indomani della fine del regime di incentivazione diretta più di un osservatore si era spinto a prevedere un crollo del mercato delle rinnovabili, gli ultimi anni hanno dimostrato che la situazione è completamente diversa.
A rendere sempre più concorrenziale l’energia green sono stati in particolare i grandi progressi fatti nei laboratori di ogni parte del mondo, che hanno permesso di elevare i rendimenti e di abbattere i costi, rendendo sempre più favorevoli le economie di scala. Inoltre se è vero che non esiste più l’incentivazione diretta, molte amministrazioni hanno messo in campo politiche fiscali premianti per chi decida di convertirsi alle fonti rinnovabili.
Un mix di fattori che ha reso sempre più competitivi fotovoltaico ed eolico, oltre ad aprire scenari tali da spingere molte aziende tradizionalmente legate alle fonti fossili a convertirsi all’energia pulita.
Il risultato di tutto ciò è stato visibile anche sotto il lato occupazionale, se solo si pensa che secondo IRENA (International Renewable ENergy Agency), coloro che lavorano nel settore delle energie rinnovabili sarebbero più che raddoppiati. Un trend che sembra dover proseguire a lungo.
In Questo Articolo Si Parla di:
I dati di IRENA
In un report elaborato di recente, aggiornato coi dati riferiti al 2016, IRENA ha ricordato come siano attualmente occupati nella green economy poco meno di dieci milioni di lavoratori, ovvero 9,8 milioni. Se si provvede a togliere dal computo il grande idroelettrico, i lavori collegati al comparto delle rinnovabili rimangono comunque su livelli molto sostenuti, attestandosi a quota 8,3 milioni.
Un dato cui contribuiscono in particolare Paesi come Brasile, Cina, India, Stati Uniti, Giappone e Germani, ove la crescita dei green job sembra inarrestabile. Va però rilevato come sia sempre di più l’Asia a fare la parte del leone in questo contesto, con una serie di grandi investimenti che sta progressivamente spostando la forza lavoro verso quel continente, ove attualmente si contano il 62% dei lavoratori del comparto.
Considerati i piani messi in campo, c’è da prevedere una sempre maggiore importanza dell’Asia e una progressiva perdita di importanza in particolare dell’UE, ove le lobbies delle fossili continuano a trovare ascolto presso molti governi.
Fotovoltaico e Bioenergie guidano le rivoluzione verde
Ad assumere una importanza sempre maggiore in questo contesto sono in particolare il fotovoltaico e le Bioenergie. L’energia solare procura lavoro a circa 3,1 milioni di lavoratori, con una crescita del 12% tra il 2015 e il 2016. Un dato che vede soltanto il Giappone, ove nell’ultimo anno si è registrato un calo di occupati, in controtendenza.
La classifica in questione vede al secondo posto le Bioenergie, ovvero i biocarburanti liquidi, che danno lavoro a circa 1,7 milioni di posti di lavoro, la biomassa solida (0,7 milioni) e il biogas (0,3 milioni), che anche nell’ultimo anno hanno fatto registrare una solida crescita in Paesi come Brasile, Cina, India e Stati Uniti.
Al terzo posto troviamo invece il grande idroelettrico, che ha fornito impiego a circa 1,5 milioni di persone, soprattutto nel segmento operatività e manutenzione, ove sono concentrati circa la metà degli impieghi, soprattutto in mercati come Brasile, Cina, India, Russia e Vietnam.
Va poi ricordata anche la crescita dell’eolico, con le nuove installazioni in Brasile, Germania, India e Stati Uniti che hanno permesso al settore di raggiungere 1,2 milioni di posti di lavoro. Dati che potrebbero essere nuovamente superati nel 2017, in base alle previsioni degli analisti, i quali non hanno remore a puntare con forza sulle rinnovabili.