La questione relativa alla presenza di amianto lungo il territorio nazionale continua ad agitare non poco gli italiani.
Come è ormai noto, se l’asbesto è stato espulso da lungo tempo dai processi produttivi, non di meno è ancora presente in larghe quantità su moltissimi manufatti, a partire dai tetti prodotti quando questo materiale era ancora legale.
Le bonifiche, peraltro, nel corso dei decenni intercorsi dalla messa al bando dell’amianto, non sono state portate avanti che in quantità abbastanza trascurabile.
A rallentare il processo di rimozione dell’amianto sono stati naturalmente i costi elevati, i quali hanno consigliato molti privati a rimandare le operazioni.
Proprio per cercare di superare questa strozzatura, è stato quindi deciso a livello istituzionale di mettere in campo provvedimenti in grado di incentivare la bonifica, spingendo magari imprese e privati ad accollarsene i costi, per poi ammortizzarli in un secondo momento.
Il credito d’imposta per la rimozione dell’amianto è uno dei mezzi messi in campo dal governo italiano.
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Che cos’è il credito d’imposta per bonifica dei siti contaminati dall’amianto
Come è noto, il credito d’imposta rappresenta un’agevolazione paragonabile alle cosiddette detrazioni fiscali.
In pratica, il titolare del credito d’imposta si converte in creditore dello Stato e potrà far valere il suo credito a compensazione di eventuali debiti.
Può quindi essere ottenuto dai contribuenti dell’Erario ed essere destinato a compensare debiti, a ridurre le imposte dovute oppure, ove manchino imposte da versare, richiederne il rimborso al momento della dichiarazione dei redditi.
Va poi sottolineato come da un punto di vista fiscale il credito di imposta non vada a concorrere alla formazione del reddito o della base imponibile Irap, anche nel caso in cui venga incassato sotto forma di rimborso.
In questo caso, tutte le imprese che provvederanno ad effettuare interventi per la rimozione dell’amianto sui propri fabbricati e capannoni, avranno la possibilità di accedere a un credito d’imposta pari al 50%, con l’unica condizione che il costo affrontato sia almeno pari a 20mila euro.
Il credito d’imposta in questione è previsto da un emendamento al Collegato Ambiente, approvato dalla Commissione Ambiente del Senato, grazie al quale sono stati destinati al relativo fondo 5,536 milioni di euro per il 2015 e 6,018 milioni per ognuno degli anni 2016 e 2017.
Chi può accedervi
Il bonus per la rimozione dell’amianto sarà concesso ai titolari di reddito d’impresa che, nel 2017, anno rimanente del piano originario, avranno effettuato interventi su beni e strutture produttive.
L’erogazione avviene in tre quote annuali di pari importo, con la prima utilizzabile dal primo gennaio del periodo d’imposta successivo a quello in cui sono stati eseguiti gli interventi, mentre le successive due quote saranno oggetto di sfruttamento al momento della dichiarazione dei redditi nei periodi di imposta successivi, ovvero 2018 e 2019.
Le imprese che intendano sfruttare l’opportunità ed eseguire interventi di bonifica dell’amianto nel corso del 2017, potranno ottenere il credito d’imposta compilando il modello F24 online, ricordando però come esso possa essere sfruttato solo ed esclusivamente allo scopo di saldare debiti esistenti verso la Pubblica Amministrazione.
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