Il risparmio energetico è un tema sempre più importante, anche nel nostro Paese. Importante perché l’Italia paga un conto salato ogni anno per poter importare il surplus di energia di cui ha bisogno e perché limitando i consumi e tenendoli sotto controllo sarebbe anche possibile agire per questa via sulle emissioni nocive, riducendole in maniera notevole.
Per perseguirlo si può cercare di puntare sull’efficienza energetica senza però sacrificare il necessario confort abitativo. La diminuzione delle spese, in particolare, passa attraverso una serie di accorgimenti rispettando i quali si può infine rendere anche la bolletta più sostenibile per le nostre finanze.
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La guida di MCE e Politecnico di Milano
Per tirare il punto su un tema così importante in Italia ora arriva anche una guida, ad opera di MCE (Mostra Convegno Expocomfort) e Politecnico di Milano, dal titolo “Guida pratica per migliorare il comfort e risparmiare”. Il titolo è abbastanza esplicativo e riesce immediatamente a dare conto dell’ambizioso obiettivo che si prefiggono i realizzatori. Si tratta in effetti delle linee guida che sono state approntate con il preciso scopo di migliorare le prestazioni in ambito domestico, con una serie di temi i quali non riguardano solamente il lato tecnologico ma vanno anche a tirare il punto sugli incentivi approntati all’uopo e le leggi che vanno a regolare il comparto.
Il primo passo fondamentale: capire la situazione dell’immobile
La guida in questione non tralascia il confort abitativo e, anzi, punta in primo luogo sulla massima comprensione della situazione di partenza dello spazio domestico per cercare di capire come aumentarne la resa in termini di benessere, senza peraltro andare a gravare sul lato consumi, ma anzi riducendoli.
Proprio l’efficienza energetica è la chiave da sfruttare per realizzare un ottimo risultato in tal senso. Basti pensare che da analisi effettuate di recente, addirittura il 35% dell’energia consumata nelle nostre abitazioni è il prodotto di veri e propri sprechi.
I passi successivi
Una volta che sia stato effettuato il primo step, la stessa guida indica i passi successivi, in questo ordine:
1) si deve fare in modo da programmare gli interventi necessari;
2) dare luogo agli interventi migliorativi;
3) individuare gli incentivi che possano alleviare il livello di spesa;
4) dare vita ad una di interventi per la manutenzione degli impianti;
5) mettere sotto stretto controllo i consumi.
In tal modo sarà possibile cogliere i classici due piccioni con una fava: migliorare il livello di benessere abitativo e consumare di meno.
Rivolgersi a professionisti è un passo fondamentale
Il dato che abbiamo ricordato fa comprendere immediatamente come sia del tutto fondamentale sottoporre ad un attento monitoraggio la nostra abitazione, per cercare di riportare sotto controllo i consumi di energia. Il miglior approccio possibile in tal senso sarebbe quello di affidare il compito di fare una diagnosi energetica della propria casa ad una azienda specializzata. Esistono infatti società che sono in grado di analizzare nel dettaglio le bollette energetiche e altri aspetti legati ai consumi, traendone le indicazioni per ottimizzare gli stessi.
Sempre più risparmio energetico nel futuro del nostro Paese
Anche in Italia il concetto di risparmio energetico si va affermando sempre di più. Chi costruisce nuove case sa benissimo come la scelta di materiali ecocompatibili e sostenibili dal punto di vista ambientale possa rappresentare una valore aggiunto nella trattativa per la vendita dell’immobile. Un orientamento, quello dei costruttori, che tiene nel debito conto l’atteggiamento ormai prevalente tra gli italiani e la consapevolezza che proprio il risparmio energetico non solo contribuisce ad aumentare il comfort abitativo, ma anche a consentire larghi risparmi in un Paese ove il problema dei costi dell’energia continua ad essere molto avvertito.
NZEB: il fabbisogno energetico tende ad azzerarsi
La sigla che andrà sempre più di moda nell’immediato futuro è NZEB, acronimo di Near Zero Energy Building. Di cosa si tratta? In pratica l’emanazione della direttiva 31 del 2010 da parte dell’UE (la nuova EPBD – Energy Performance Building Directive), ha portato ad una riformulazione e ad un ampliamento dei contenuti della precedente direttiva 91 del 2002, poi abrogata dal 1° gennaio 2012. Il risultato di questo lavoro è stato appunto l’introduzione del concetto di “energia quasi zero” per gli edifici di nuova costruzione, sia pubblici o di uso pubblico che privati. In questa categoria vanno a rientrare gli edifici ad altissima prestazione energetica, in grado quindi di minimizzare i consumi legati al riscaldamento, al raffrescamento, alla ventilazione, all’illuminazione e alla produzione di acqua calda sanitaria. Tutto ciò avverrebbe tramite l’utilizzazione dell’energia proveniente da fonti rinnovabili, dai cosiddetti elementi passivi di riscaldamento e raffrescamento, dai sistemi di ombreggiamento, andando ad aumentare in maniera esponenziale la qualità dell’aria interna e un’adeguata illuminazione naturale. Il tutto rispettando al massimo le caratteristiche architettoniche dell’edificio.
Dal 2020 solo edifici NZEB
Quello che non molti sanno, ma che costituisce un punto qualificante della direttiva EPBD, è che a partire dal 31 dicembre 2020 tutte le nuove costruzioni dovranno essere di tipo NZEB. Va però ricordato che proprio la definizione di cosa sia un edificio NZEB, ovvero quali criteri debba rispettare, è demandata ai singoli Paesi membri dell’Unione Europea.
Il punto centrale in tutto ciò è rappresentato proprio dalla N di NZEB. Se in alcuni Paesi prevale la definizione di Nearly, ovvero prossimo allo zero, in altri si è preferito declinarla in Net, puntando sulla realizzazione di impianti ad alta efficienza al fine di ottenere un bilancio netto in grado di attutire al massimo il costo energetico.
Una discussione molto importante
Come è facilmente immaginabile, la discussione sul risparmio energetico è molto importante per un Paese come il nostro che paga un conto salato ogni anno per la propria bolletta energetica. Proprio per cercare di attenuare l’impatto dei costi di questo genere l’Italia nel corso degli ha cercato di promuovere le fonti alternative come il fotovoltaico e l’eolico. L’altra direzione in cui si è cercato di muovere il sistema Paese è proprio quello relativo all’efficienza energetica degli edifici. Un cammino che ha portato l’Italia ad essere considerata nel gruppo di testa dei Paesi che sono riusciti a conseguire risultati di rilievo nell’edilizia ecocompatibile.