I pavimenti in resina sono sempre più gettonati dalle famiglie italiane.
Si tratta di un tipo di rivestimento privo di fughe, composto da un complesso insieme di sostanze sintetiche le quali tendono a essiccarsi una volta entrate a contatto con l’aria.
La resina che viene utilizzata per la creazione dei pavimenti può essere scelta all’interno di una vasta gamma di prodotti polimerici i quali riescono infine a dare luogo alla formazione di una superficie caratterizzata dalla stessa consistenza della pietra o del cemento.
Nel corso degli ultimi anni si è andata affermando una resina sintetica, quella epossidica, la cui creazione è stata resa possibile da una serie di processi chimici industriali.
Se fino agli anni ’50 la resina era utilizzata solo in qualità di collante, per i lavori effettuati internamente o esternamente alle abitazioni l’uso è iniziato dalla fine del passato millennio, incontrando un gradimento sempre più diffuso sui mercati.
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I vantaggi dei pavimenti in resina
A rendere più agevole la penetrazione sui mercati dei pavimenti in resina sono stati alcuni vantaggi non di poco conto.
In primo luogo essi non risentono che in minima parte del passare del tempo o del calpestamento cui tutti i pavimenti sono naturalmente soggetti.
Anche gli sbalzi di temperatura non sono in grado di apportare modifiche o danni a questa superficie, aggiungendosi all’impermeabilità che impedisce in pratica il formarsi delle muffe e la presenza di batteri.
Ne consegue, quindi, che gli ambienti in cui sono montati i pavimenti in resina sono in grado di assicurare massima igiene e salubrità anche in condizioni disagiate, ovvero in presenza di forte umidità.
Inoltre possono essere posati anche su superfici preesistenti, con risparmio dei costi legati alla demolizione, oltre a poter essere oggetto di interventi limitati ad una sola porzione, nel caso si rovinino.
Svantaggi del pavimento in resina
Come per tutte le superfici di questo tipo, anche i pavimenti in resina presentano però alcuni svantaggi che vanno attentamente soppesati in sede di scelta.
Il primo di questi difetti è la possibilità che esso venga graffiato, cosa che sconsiglia fortemente il ricorso a superfici troppo omogenee e lisce, sulle quali i segni di questo genere sono molto più visibili, puntando invece su colori e tipi di finitura irregolari, non uniformi o anche cercando di dare vita ad una continua e adeguata manutenzione ordinaria.
Va poi rilevato come utilizzando cere non appropriate o procedendo alla pulizia del pavimento in resina con prodotti aggressivi si possa infine danneggiare lo strato di finitura, obbligando alla sua asportazione e quindi a rinnovarlo.
Un terzo evidente difetto è quello relativo al fatto che il sottofondo possa essere caratterizzato da un forte grado di umidità.
In questo caso, infatti si possono verificare non solo delle alterazioni cromatiche, ma anche subentrare macchie e sfoliazioni della resina che possono avere una pessima ricaduta estetica.
Infine non va dimenticata la questione economica, in quanto se nel caso di grandi superfici il costo può essere discretamente contenuto, nel caso di piccole metrature può infine rivelarsi insostenibile.
Solitamente per una superficie di 100 metri quadrati, il costo oscilla tra i 100 e i 140 euro al metro quadrato, cui va aggiunta la necessaria manodopera, ove non si sia in grado di procedere autonomamente.
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