Come è ormai noto, gli impianti fotovoltaici sono sistemi statici, dalla limitata manutenzione e in grado di garantire prestazioni di rilievo per lunghi periodi, tali da eccedere i 30 anni. La loro resa può però dipendere da alcuni fattori, tra i quali un eccessivo surriscaldamento. Va infatti ricordato come i pannelli solari operino al meglio con temperature intorno ai 25 gradi, mentre temperature superiori ne riducono in maniera anche sensibile la resa. Secondo i calcoli fatti dagli specialisti, l’ondata di calore che ha caratterizzato l’ultima estate, si sarebbe ad esempio tradotta in cali nella produzione di energia elettrica superiori al 10%.
Occorre poi ricordare come anche la mancanza di corretta manutenzione sia in grado di provocare picchi di riscaldamento tali da potersi poi tradurre in incendi, con conseguenze molto serie. Proprio per cercare di risolvere problematiche di questo tipo, ovvero legate all’eccessivo riscaldamento dei pannelli, i laboratori di ogni parte del globo sono impegnati ormai da anni, con risultati che hanno permesso via via di incrementare il rendimento dei pannelli solari.
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La risposta al problema del surriscaldamento
Tra le aziende che hanno cercato risposte in tal senso c’è anche Global Solar Fund, la quale ha finanziato un progetto di ricerca portato avanti dal Polo Solare Organico (CHOSE) dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il tutto è nato dall’esigenza di abbassare la spesa necessaria per le soluzioni sin qui adottate al fine di poter dare una esauriente risposta al problema del surriscaldamento e aumentare in tal modo le performance degli impianti fotovoltaici. Va peraltro sottolineato come le soluzioni sin qui prospettate presentino anche una ulteriore controindicazione, ovvero un ingombro spesso eccessivo e tale quindi da costituire un problema di non poco conto.
La soluzione è il metodo “coating”
La risposta a questi problemi è stata individuata dal team di ricercatori universitari di Tor Vergata sotto forma di una soluzione del tutto rivoluzionaria, il metodo “coating”, ovvero una verniciatura a granuli la quale viene applicata direttamente sul retro del pannello. In tal modo, e anche con il decisivo contributo dei materiali adoperati, ovvero lo zirconio e il titanio, si può abbassare la temperatura da 1 a 5 gradi. Ora non resta che testare i risultati raggiunti, con una fase di prova che sarà portata avanti proprio sui prodotti di Global Solar Fund.
Una soluzione all’insegna del Made in Italy
Il risultato raggiunto conferma ancora una volta la bontà del Made in Italy nel settore delle energie rinnovabili. Il metodo “coating” infatti, è una scoperta al 100% italiana, in quanto coinvolge una eccellenza accademica tricolore e un’azienda completamente italiana come Global Solar Fund, nata nel 2008 e che naviga nell’orbita di un Fondo di investimento il quale ha sede legale in Lussemburgo e operante nel settore del fotovoltaico. La produzione del gruppo si fa notare soprattutto per le robuste dosi di innovazione proposte, la stessa del resto messa in opera con la vernice a granuli che potrebbe aprire nuovi orizzonti per i pannelli solari, aumentandone in maniera notevole il rendimento.