Anche la bicicletta è spesso oggetto di furto, anche se effrazioni di questo genere trovano meno spazio sui mezzi di stampa rispetto a quelli che interessano le quattro ruote, per ovvi motivi.
Basti pensare che gli ultimi dati disponibili al riguardo sono quelli del 2012, quando furono ben 320mila le bici sottratte ai loro legittimi proprietari, nei modi più svariati. Una cifra che secondo gli addetti ai lavori sarebbe lievitata del 20% nel corso degli ultimi anni, avvicinandosi perciò ai 400mila casi.
Come si può facilmente comprendere si tratta di numeri vertiginosi, tali da provocare grandi preoccupazioni negli appassionati.
Secondo alcuni studi, sembra che la grande mole di furti abbia una forte ricaduta anche sulle vendite, spingendo chi vuole dotarsi di un mezzo simile a ripiegare su modelli di non eccessivo valore, proprio per la paura di essere oggetto di simili eventi.
Per cercare di evitare che la propria bicicletta venga sottratta, è perciò consigliabile darsi uno sguardo intorno per cercare di capire quale sia il modo di ritrovarsi all’improvviso a piedi.
Tra le possibili risposte in tal senso, si fa notare Sherlock, antifurto costruito appositamente per dare protezione alle biciclette. Andiamo dunque a vedere di cosa si tratti.
In Questo Articolo Si Parla di:
Sherlock, quando la rabbia si trasforma in energia positiva
La nascita di Sherlock è dovuta in particolare alla rabbia provata dal suo inventore, Pierluigi Freni, di fronte al furto della sua bicicletta.
Un evento che lo ha spinto a sfruttare i suoi studi di ingegneria al fine di varare un sistema antifurto tanto piccolo da poter essere inserito nel manubrio del modello che deve essere difeso.
Una volta inventato l’impianto,
Freni ha quindi varato una start-up, dandole lo stesso nome dell’antifurto, insieme ad altri quattro giovani torinesi, con il preciso scopo di commercializzare l’idea.
Idea che nel frattempo sembra riscuotere apprezzamenti sempre crescenti, tanto da essere stata selezionata per entrare nei programmi di formazione di SETsquared, il più importante incubatore d’impresa al mondo.
Un interesse che sembra dare ragione ad un business plan il quale prevede il break even nel corso del 2018, dopo aver conseguito un fatturato di 300milioni di euro per l’anno in corso.
Come funziona Sherlock?
Il funzionamento di Sherlock fa leva in particolare su una app, che può essere scaricata sul proprio dispositivo remoto, si tratti di smartphone o tablet.
Proprio la app, infatti, è delegata al compito di inviare una notifica immediata ove venga a verificarsi il caso di un furto, nella quale viene mostrata la posizione della bici su una mappa.
Inoltre la app provvede all’invio tramite telefono di un codice da presentare alle forze dell’ordine insieme con la carta d’identità del veicolo, in modo da poter dare il via alla denuncia e alle ricerche del mezzo sottratto.
Un funzionamento estremamente semplice e intuitivo, fondato su un uso sapiente delle tecnologie di ultima generazione, che fa di Sherlock il possibile antidoto all’epidemia di furti che hanno interessato un settore sempre più vitale dell’economia.
Basti pensare al riguardo che ormai i cittadini europei che rinunciano all’automobile in favore della bicicletta si avvicinano al vertiginoso numero di 40 milioni.
Una fetta di utenza che però potrebbe essere frenata proprio dalla paura dei furti.