Per chi ha appena acquistato una vecchia casa da ristrutturare, uno dei primi problemi che si presenta è quello relativo all’ impianto elettrico, che nella stragrande maggioranza dei casi è da sostituire e aggiornare.
Una eventualità che si presenta soprattutto negli stabili di più vecchia data, ove al minimo si presenta la necessità di intervenire su alcune delle sue componenti in modo da poter mettere il tutto a norma e non correre pericoli.
Anche gli impianti nuovi, però, a causa dell’umidità e dell’usura, molto spesso, possono diventare parzialmente insicuri e potenzialmente inaffidabili.
Ecco perchè l’ipotesi di ristrutturare l’ impianto elettrico va presa seriamente in considerazione, soprattutto considerando che le recenti sentenze della Cassazione tendono a scaricare sui proprietari di abitazioni anche date in locazione le conseguenze civili e penali di eventuali incidenti riguardanti impianti non rispondenti alle norme di legge, a partire dalla presenza del salvavita.
Una eventualità che consiglia dunque a provvedere senza indugio a interventi risolutivi.
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Alcuni consigli per ristrutturare l’ impianto elettrico
Quando si decide di ristrutturare l’ impianto elettrico, la prima cosa da prendere in considerazione è il budget, ovvero la cifra di cui si dispone al fine di effettuare l’intervento necessario.
A tal proposito va considerato naturalmente che il rifacimento totale ha un costo superiore rispetto a dei semplici interventi di manutenzione.
Altra cosa che non va sottovalutata è che la semplice messa a norma di un impianto obsoleto viene premiato dalle agevolazioni fiscali, che possono variare su base regionale.
Proprio per questo motivo sarebbe il caso di informarsi presso gli uffici del proprio Comune di residenza per capire quale sia la cifra che si può concretamente risparmiare.
Se si tratta di adeguare l’ impianto elettrico alle norme CEI, diventa necessario rifare le tracce, adottando nuovi corrugati di sezione adeguata sia per i cavi che per le nuove scatole di derivazione.
Ove le canalette disponibili siano abbastanza capienti non ci sarà comunque alcun bisogno di aggiungere spine e interruttori.
Come procedere
Chi vuole fare da sè, in modo da risparmiare sulla spesa finale, deve come prima cosa procedere all’acquisto del salvavita da aggiungere all’impianto, il cui passaggio può essere agevolato da un apposito lubrificante.
Lo spessore dei fili deve a sua volta essere compresi tra un minimo di 1,5 e un massimo di 2,5 millimetri.
Nella maggior parte dei vecchi impianti essi sono troppo sottili, fermandosi di solito a 0.5 millimetri, rendendo quindi necessaria la loro sostituzione.
La nuova centralina dovrà poi essere provvisto di interruttore differenziale con corrente di intervento da 30mA, interruttore magnetotermico con corrente nominale da 10A preposto a servire la linea luci e, soprattutto, un altro interruttore magnetotermico con corrente nominale da 16A dedicato alla linea forza motrice.
Proprio quest’ultimo riveste una fondamentale importanza per il suo funzionamento, il quale può rivelarsi prezioso ove si vengano a verificare pericolosi cortocircuiti o sovraccarichi di tensione.
L’ultima raccomandazione è quella relativa al fai date, il quale può essere preso in considerazione solo ove si sia esperti del settore, proprio per i particolari rischi prospettati da una materia così delicata come l’elettricità.
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