Ora anche il defibrillatore potrebbe diventare obbligatorio nei condomini con più di 10 proprietari, dopo le valvole termostatiche. Nei mesi passati si era già ventilata l’ipotesi di un’obbligatorietà per uno strumento che potrebbe essere decisivo nell’evitare la morte in casi di emergenza che non sono purtroppo infrequenti nella vita di ogni giorno. Se infatti se ne parla soprattutto quando a rimanere colpito da un arresto cardiaco è uno sportivo, tanto che le società dilettantistiche sono ormai sottoposte all’obbligo di acquistarne uno, ora anche i condomini dovranno provvedere in tal senso.
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Obbligo del defibrillatore condominio: i contributi fiscali e gli sconti per favorirne l’acquisto
Naturalmente si tratta di un impegno di non poco conto, che quindi andrà inquadrato in un piano di aiuti, sotto forma di sgravi fiscali e altri incentivi in grado di far pesare il meno possibile la spesa sui condomini, in un momento in cui l’economia italiana è ancora alle prese con venti di crisi. La proposta di legge è stata presentata alla Commissione Affari Sociali della Camera il 29 settembre, ove è attualmente in discussione e porta la firma di Filippo Gallinella (M5S). I contributi statali e gli sconti sull’IVA andrebbero a riguardare l’acquisto di defibrillatori semiautomatici (DAE) e sarebbero riservati ai condomini formati da più di dieci unità abitative.
I dati relativi all’infarto in Italia
Va sottolineato come la possibilità di poter intervenire con un defibrillatore potrebbe in effetti salvare molte vite, se si pensa che in base ai dati resi noti dal Ministero della Salute le vittime di infarto in Italia ammonterebbero a circa 70mila ogni anno. Soltanto il 2% di queste persone riesce a sopravvivere ad un attacco cardiaco e in molti casi la morte dipende proprio dalla mancanza di strumenti atti ad intervenire in maniera tempestiva, come appunto il defibrillatore. Nel corso di un attacco cardiaco, la possibilità di sopravvivere è inversamente proporzionale al tempo che passa: per ogni minuto trascorso si abbassa del 10% e quando i soccorsi giungono il decesso è già avvenuto.
Il decreto Balduzzi
L’unico riferimenti normativo relativo all’obbligo dei defibrillatori è il decreto Balduzzi emanato nel 2012 e riguarda gli impianti sportivi professionistici, ovvero i contesti in cui lo sforzo agonistico rischia di deflagrare in un arresto cardiaco. Emesso sull’onda emotiva cagionata dalla morte del calciatore Morosini, nel mese di luglio è stato quindi esteso alle società dilettantistiche, anche in questo caso a causa di alcuni decessi che hanno fortemente colpito l’opinione pubblica. Anche le regioni si sono adeguate, prevedendo ad esempio la possibilità di dotare gli stabilimenti balneari di defibrillatori, proprio in considerazione del rischio corso da chi si impegna in sport faticosi come il beach volley a temperature estremamente elevate.
La ratio dell’obbligo del defibrillatore in condominio
Se però gli episodi che riguardano giovani atleti sono quelli che impattano maggiormente sull’opinione pubblica, va rilevato come proprio le statistiche dimostrino che la maggior parte dei decessi avvengano all’interno delle mura domestiche. Proprio da qui parte la proposta di Gallinella, che riguarda per ora solo i condomini più grandi ovvero quelli sopra i dieci moduli abitativi. Una proposta che va a recepire una precedente campagna degli stessi amministratori di condominio, che avevano cercato di sensibilizzare sulla questione della cardio-protezione richiedendo a Ministeri ed enti locali il varo di un provvedimento ad hoc, nel quale siano appunto compresi contributi pubblici e sconti fiscali per chi si adegua.
Nella proposta di legge in questione, l’acquisto di defibrillatori vedrebbe ridurre l’IVA al 4%, dall’attuale 22, mentre i contributi statali andrebbero a coprire la metà della spesa. Inoltre si prevede la formazione di un fondo, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, pari a 5 milioni di euro.