Come rinegoziare un mutuo? Si tratta di una domanda diventata di grande attualità a partire dal gennaio del 2007, quando il varo del decreto Bersani e l’introduzione della surroga hanno in pratica spinto un gran numero di mutuatari a prendere in considerazione l’ipotesi di cercare nuovi mutui a condizioni più favorevoli.
In pratica, infatti, la surroga rende possibile il trasloco del mutuo, senza alcun costo, dalla vecchia ad una nuova banca, dando in tal modo a chi lo abbia contratto un’arma aggiuntiva, con la quale è possibile strappare nuove condizioni all’istituto bancario con cui è stato stipulato.
E’ del tutto logico, infatti, che non volendo perdere il cliente, la banca si adegui alla ridiscussione dei termini contrattuali.
Il processo che scaturisce da tutto ciò, va appunto sotto il nome di rinegoziazione del mutuo.
Va però ricordato che esiste anche un altro caso di rinegoziazione del mutuo, quello che deriva da una fase di difficoltà nei pagamenti delle rate da parte del cliente.
In casi di questo genere, l’istituto bancario può concedere un allungamento del piano di rientro in quanto una ipotesi di questo genere è sicuramente più favorevole rispetto all’avvio di un processo di recupero del credito, che potrebbe peraltro rivelarsi più complicato del previsto.
Basti pensare al proposito come il processo innescato duri tra i 12 e i 24 mesi, arco temporale nel corso del quale la banca non incassa gli interessi e non può recuperare il credito.
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Quando la banca può aderire alla proposta
Come rinegoziare un mutuo, è un processo il quale non può che partire da una analisi preliminare delle probabilità che la banca con cui è stato stipulato si adegui alla richiesta.
In tal senso, va sottolineato come per capire al meglio questo aspetto, sarebbe il caso di prendere in considerazione soprattutto due fattori:
1) il pagamento regolare delle rate precedenti;
2) il fatto di intrattenere rapporti con la banca non solo riguardanti il mutuo, ma anche altri prodotti finanziari come il conto corrente, la carta di credito e debito, il conto titoli e altro.
Ove le due condizioni siano in essere, quasi sicuramente la banca avrà tutto l’interesse a tenersi stretto un cliente non solo fedele, ma anche affidabile.
Una caratteristica che nell’epoca dei crediti deteriorati è diventata importantissima.
Quali sono le tipologie di rinegoziazione
Basta dare un rapido sguardo alle statistiche degli ultimi anni per capire come proprio la surroga abbia letteralmente trascinato il mercato dei mutui, spingendo moltissimi mutuatari a chiedere di rinegoziare i termini contrattuali al fine di spuntare condizioni migliori.
A tal riguardo, va sottolineato come esistano varie tipologie di rinegoziare un mutuo, tra le quali le più diffuse solitamente sono:
1) la richiesta di ridurre lo spread del finanziamento;
2) la riduzione o la pratica eliminazione dei costi amministrativi periodici collegati al mutuo, tra cui le spese di incasso rata del mutuo o le spese di gestione annuale del finanziamento;
3) la richiesta di allungare la durata residua del mutuo;
4) la variazione del tasso da tasso fisso a variabile o viceversa, o l’introduzione di un CAP, ovvero di un tetto oltre il quale il mutuo non può mai andare.