Il diffondersi di una sensibilità ecologista, sempre più attenta all’impatto delle nostre azioni sui destini del pianeta, ha naturalmente spinto molti cittadini a farsi carico di impattare il meno possibile sul sistema ecologico planetario. A volte, però, i loro comportamenti virtuosi vanno a scontrarsi con errori di valutazione abbastanza marchiani, tali da annullarne i buoni propositi, Come accade nel caso di stufe e camini, che pure erano stati presentati alla stregua di sistemi di riscaldamento ecologici, rivelandosi in realtà notevolmente più dannosi per l’ambiente rispetto alle caldaie a metano, a gpl o a gasolio. Una sorpresa abbastanza clamorosa per chi aveva a lungo teorizzato il contrario.
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Il rapporto di Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria
A rendere noto quanto ricordato sinora è stata una ricerca condotta dall’Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria, una compagnia di ricerca della Camera di Commercio di Milano, la quale ha reso noto come siano le emissioni di particolato di camini e stufe a raggiungere livelli record comportando un deciso peggioramento della qualità dell’aria nella città.
Gli impianti di riscaldamento a gas naturale e GPL avrebbero invece un impatto molto limitato sul livello di particolato e benzo(a)pirene, altra sostanza giudicata molto dannosa per la qualità dell’aria.
Come è stata realizzata la ricerca
Il risultato del report è stato reso possibile da una prova condotta mettendo a confronto varie tipologie di stufe attualmente presenti in commercio.
Alla fine delle rilevazioni è emerso come il gas naturale vada a produrre una concentrazione di particolato pari a 0,04 grammi per gigajoule contro lo 0.1/GJ che caratterizza il gasolio. Per quanto concerne invece la stufa alimentata a legna la sua produzione si attesta a 254 grammi a gigajoule, contro i poco meno di 24 grammi del pellet A1, considerato il migliore sul mercato, prodotti in una stufa di alta qualità e i 44,1 che derivano invece dal suo utilizzo in un modello di bassa qualità.
Va poi sottolineato come anche le emissioni di monossido di carbonio delle caldaie siano infine risultate inferiori dalle tre alle sei volte rispetto al pellet e di circa cento rispetto alla legna. Risultati simili ottenuti anche per gli ossidi di azoto e di zolfo confermano in pratica l’assunto della ricerca e fanno capire come a volte dietro le migliori intenzioni possano celarsi degli errori tali da compromettere non poco i risultati cui pure si tende.
Dal 2018 obbligo di stufe e camini a tre stelle
Anche la politica, peraltro, è chiamata ad adeguarsi alle novità relative al riscaldamento e condizionamento dell’aria. A tal proposito occorre ricordare come a partire dal 2018 in Lombardia e Emilia Romagna sarà possibile installare solo camini e stufe da almeno 3 stelle.
In un quadro simile diventerà perciò molto importante individuare cosa bruciare, a partire proprio dal pellet, che rappresenta lo scarto della lavorazione del legno.
Si tratta di un materiale naturale, a patto che al suo interno non vada a finire la resina industriale o altre sostanze considerate pericolose.
Proprio per cercare di evitare un pericolo simile va ricordato come in commercio esista del pellet certificato con numero identificativo sul sacco, il quale riesce ad produrre emissioni minori rispetto alla legna, a volte limitandosi ad un decimo delle stesse.
