L’imposta di registro è stata introdotta dal D.P.R. numero 131 del 1986 e deve essere corrisposta al momento della registrazione degli atti presso l’Agenzia delle Entrate e nel caso dei contratti di locazione. Si tratta in particolare di una tassa la quale viene versata al fine di registrare ogni trasferimento di ricchezza che avvenga tramite una registrazione privata o pubblica.
Siamo quindi in presenza della classica imposta indiretta che va a gravare sulla ricchezza e, in particolare, su ogni trasferimento che la riguardi.
Va anche precisato come l’imposta di registro venga applicata sugli atti giudiziari, con l’Agenzia delle Entrate che può decidere di farne richiesta di pagamento a tutte le parti in causa, indipendentemente dall’esito dell’udienza. Ove l’ente di riscossione decida in tal senso, esse sono quindi obbligate a pagarla. A meno che l’Agenzia non opti per il principio di soccombenza, in base al quale il pagamento dell’imposta di registro è competenza della parte cui è delegato l’onere di versare le spese legali.
In Questo Articolo Si Parla di:
L’imposta di registro sulla prima casa
L’imposta di registro è una tassa che compare anche nelle transazioni immobiliari, in particolare in quelle relative alla prima casa. Chi ne acquisti una, infatti, è obbligato a pagarla per remunerare lo Stato in cambio del servizio che viene offerto ai privati, andando a tenere una traccia dell’atto stipulato, conferendogli di conseguenza la necessaria validità giuridica.
Come si calcola l’imposta di registro
Naturalmente la domanda che si fanno in molti è la seguente: come può essere calcolata l’imposta di registro? La prima risposta che può essere fornita in tal senso è quella relativa al servizio offerto dalla stessa Agenzia delle Entrate con il proprio sito online, il quale presenta appunto uno strumento che può aiutare in tal senso. Il sito, peraltro, può essere utilizzato anche al fine di pagare la tassa, poiché nella parte ad essa dedicata vengono generati i veri e propri codici tributo che porteranno ad esaurimento l’operazione.
Andando più nel concreto, possiamo dire che per quanto concerne il calcolo dell’imposta di registro nel caso di acquisto della prima casa, la sua quota va a dipendere da vari fattori, partendo dal fatto che chi acquista sia un privato cittadino oppure una società. Nel primo caso deve essere versata un’imposta di registro la cui aliquota risulta proporzionale al valore dell’immobile e che deve essere calcolata al 3% del valore dell’unità immobiliare adibita a prima principale abitazione.
Nel secondo caso, invece, la società che proceda all’acquisizione dell’immobile deve versare una imposta di registro basata sull’IVA agevolata al 4% e sulla base imponibile definita dal valore della casa.
Va poi ricordato che anche chi abbia stipulato un contratto di locazione è tenuto a pagare la tassa. In questo caso l’imposta di registro calcolo va però a dipendere dal tipo di immobile che è stato affittato. Per i fabbricati a uso abitativo l’aliquota dovuta corrisponde al 2%, percentuale che deve essere calcolata sul canone annuo di locazione. Nel caso dei fabbricati strumentali l’imposta di registro è invece pari all’1% del canone annuo ove il contratto di locazione sia effettuato da privati, raddoppiando per tutti gli altri casi.
Infine va ricordato il caso dei fondi rustici, in cui l’imposta di registro si attesta allo 0,50% del canone annuo, da moltiplicare per il numero di annualità. Per tutte le altre tipologie di immobile la registrazione viene calcolata sulla base del 2% del corrispettivo annuo.