Come è ormai noto, nel corso degli ultimi anni il mercato delle costruzioni si è avvalso del fondamentale contributo dei bonus concessi dallo Stato a chi decida per ristrutturazione della propria abitazione, adeguandola in tal modo ai principi di una maggiore efficienza energetica.
Un contributo che ha permesso al settore edile di reggere con vigore ai colpi della crisi e di salvaguardare decine di migliaia di posti di lavoro che altrimenti sarebbero andati in fumo.
Oltre a questa fondamentale funzione, però, i bonus per le ristrutturazioni hanno consentito ai proprietari di immobili di godere di un notevole apprezzamento del valore delle abitazioni in oggetto. A spiegare quanto accaduto e a quantificare il tutto è stato un report elaborato da Cresme-Symbola.
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Il rapporto di Cresme-Symbola è eloquente
A fare luce su un aspetto spesso messo in ombra dal fatto che chi ristruttura un immobile non lo fa per vendere, ma per aumentare il comfort abitativo, è stato un rapporto elaborato da Cresme-Symbola, con il quale viene spiegato il tipo di rapporto intercorrente tra le varie detrazioni per gli immobili messe in atto dai governi negli ultimi 20 anni (ecobonus, bonus ristrutturazione e sismabonus) e la lievitazione del valore dell’immobile stesso.
Con un focus puntato anche sul rapporto tra il mercato del lavoro e gli interventi di riqualificazione.
Lo studio rende anche noto come nel corso del primo trimestre 2017 siano stati spesi circa 7,6 miliardi di euro, con un regresso dell’1,4% rispetto all’anno precedente, quando però si era verificato un nuovo boom dei lavori sulla casa, agevolato dalla detrazione del 50% per le ristrutturazioni edilizie e del 65% per l’ecobonus e il risparmio energetico, con investimenti attestati oltre quota 28 miliardi di euro, con un incremento del 12,3% rispetto agli oltre 25 del 2015.
La riqualificazione aumenta il valore dell’immobile
Quello che emerge con forza dal rapporto è però che la riqualificazione degli immobili si trasforma in un vero e proprio affare per i loro proprietari. Oltre a veder dimezzata la spesa dai benefici fiscali, essi possono anche godere di un aumento di valore molto sensibile, spesso nell’ordine del 30%.
Un intervento medio di riqualificazione di 14.500 euro può infatti generare un aumento di valore, per la casa presa in esame, di 65.750 euro. Secondo il Cresme, che ha svolto la sua indagine su un campione di circa mezzo milione di abitazioni, una casa ristrutturata vale mediamente 299mila euro, contro i 234mila di quelle che non sono state sottoposte ad interventi analoghi.
Inoltre, gli immobili oggetto di riqualificazione mostrano una maggiore resistenza alle fluttuazioni del mercato in tempi di crisi: nel biennio 2015-2016, infatti, le abitazioni non ristrutturate hanno perso il 4% del valore contro lo 0,9% di cui sono state oggetto quelle sottoposte a lavori di ristrutturazione.
Un dato che va a confermare ancora una volta quello che gli addetti ai lavori ripetono ormai da tempo: i lavori di ristrutturazione, se accompagnati dal godimento delle esenzioni fiscali, non sono una spesa, bensì un vero e proprio investimento.