APE e ACE: cosa cambia e cosa rimane uguale?
A partire dal 4 giugno 2013, l’APE (attestato di prestazione energetica), ha preso il posto dell’ACE (attestato di certificazione energetica). Nonostante la modifica legislativa introdotta dal decreto legge numero 63, poi convertito nella legge 90, i mutamenti intercorsi non sono molti.
Si tratta , sia con APE e ACE, i casi di parametri atti a indicarci il consumo annuale di energia all’interno di un edificio fornendo una panoramica completa di come la casa va a sfruttare l’energia, insieme a una sorta di decalogo teso a migliorare la prestazione energetica con accorgimenti anche molto semplici come la sostituzione di infissi.
A comporre il nuovo parametro sono variabili come la climatizzazione invernale ed estiva, la ventilazione, l’illuminazione, la produzione di acqua calda per usi sanitari e l’energia richiesta da eventuali impianti come gli ascensori o le scale mobili.
In Questo Articolo Si Parla di:
Come capire se un Ape non è a norma
Un Ape non è conforme quando:
- Quando fà riferimento ad un edificio nuovo ed è stata redatta con il programma DOCET.
- Quando si riferisce ad una costruzione nuova e riporta una classe energetica inferiore a C.
- Quando non riporta l’identità del certificatore e/o la sua Dichiarazione d’indipendenza.
- Quando Non riporta le raccomandazioni tecniche per il miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio.
- Quando non conferma l’avvenuto sopralluogo.
- Quando non vi è in allegato la ricevuta di deposito all’Ufficio Tecnico preposto dalla Regione.
Cosa occorre sapere su APE e ACE
L’Attestato di Prestazione Energetica nei contratti di compravendita e di locazione immobiliare prevede nuove disposizioni che permettono la non allegazione dell’APE nei contratti di locazione di singole unità abitative, come ad esempio un appartamento.
In casi di questo genere basta l’inserimento di una clausola all’interno del contratto con la quale si dichiara di aver ricevuto i documenti sulla prestazione energetica dell’edificio prodotta da un professionista abilitato. Mentre per gli altri casi l’APE rimane obbligatorio al momento della registrazione del contratto, ma non prevede l’applicazione dell’imposta di bollo al momento della registrazione, come specificato dall’Agenzia delle Entrate.
Va anche ricordato come l’APE sia cumulativo, ovvero possa riferirsi a più unità immobiliari a patto che facciano parte dello stesso edificio, abbiano stessa destinazione d’uso e siano servite dallo stesso impianto termico per il riscaldamento e dal medesimo sistema di climatizzazione estiva nel caso in cui esso sia presente.
Non cambia invece la durata visto che, come accadeva per il vecchio Attestato di Certificazione Energetica, l’APE ha validità decennale a partire dal suo rilascio, che va poi da aggiornata a ogni vendita o possibile intervento di ristrutturazione o di riqualificazione energetica tale da modificare la classe energetica dell’unità immobiliare.
Cosa accade se c’è già l’ACE?
Va poi rimarcato come i possessori di ACE non siano costretti dover rifare l’intera analisi energetica del proprio edificio, in quanto il precedente attestato, ovvero quello redatto prima del 4 agosto 2013, non perde valore e rimane comunque in validità per 10 anni, a meno che prima della scadenza non intervengano eventuali lavori che vadano a modificare la prestazione energetica dell’edificio o degli impianti.
Il vero obiettivo della modifica intercorsa, è quella di arrivare a un modello in grado di rendere omogeneo il quadro delle informazioni sulla qualità energetica degli immobili, andando a definire in particolare un sistema informativo comune per tutto il territorio nazionale tale da superare infine le attuali frammentazioni legislative regionali e porre le basi per un catasto in grado di fornire garanzie in tema di prestazione energetica e relativi controlli.
Mentre non muta la necessità di consultare un professionista abilitato e qualificato, in grado di fornire una certificazione energetica per essere sicuro di avere una casa con prestazioni da classe A+. Ricordiamo che tali professionisti possono lavorare da soli, oppure unendosi in un network in grado di rilasciare al certificazione che, per quanto concerne i costi, può comportare una spesa tra i 300 e i 500 euro.
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