Con il calo dei tassi di interesse e una certa propensione del mondo bancario ad aprire i rubinetti del credito, almeno ai clienti più sicuri, sembra risvegliarsi negli italiani l’appetito verso il mattone.
Il sogno di una casa è sempre stato molto vivo in Italia, venendo però messo in sottordine dalle difficoltà finanziarie causate da una crisi che sembra non voler mai finire.
In queste condizioni, e con le politiche di austerity ancora imperanti, pensare ad acquistare una casa si è trasformato in una sorta di azzardo, soprattutto per i giovani italiani, spesso costretti a lavorare con contratti precari o comunque atipici.
Proprio per cercare di andare incontro a questa particolare utenza, è stato istituito il Fondo di garanzia prima casa, un provvedimento messo in campo ad opera del Decreto Interministeriale del 31 luglio 2014, proprio con il preciso obiettivo di permettere l’accesso a un mutuo anche a coloro che non sono in grado di produrre le garanzie richieste solitamente dagli istituti di credito.
Un provvedimento che proprio per la sua valenza sociale, è stato confermato anche per il 2017.
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Chi ha diritto al Fondo di garanzia prima casa e come funziona
Il Fondo di garanzia prima casa è destinato non solo alle giovani coppie che hanno difficoltà a rapportarsi con un sistema bancario ancora alle prese con il problema dei crediti deteriorati, ma anche alle famiglie in difficoltà.
Categorie che non avrebbero normalmente la possibilità di vedersi accogliere la richiesta di un finanziamento per l’acquisto della prima casa e che invece in tal modo possono cercare di dare una nuova prospettiva alla propria esistenza.
Il mutuo ha un massimale posto a quota 250mila euro e facendo la relativa domanda può arrivare a coprire la metà della quota capitale.
Va peraltro specificato come il provvedimento copra anche i lavori di ristrutturazione e gli interventi tesi a rendere più efficiente dal punto di vista energetico l’abitazione.
Uno strumento ancora poco utilizzato
Va peraltro messo in rilievo come il Fondo di garanzia prima casa sia partito già nel 2015, senza grandissimo successo.
L’interesse è poi lievitato nel corso dell’ultimo anno, tanto che attualmente la media è attestata a circa 1600 domande mensili.
Si tratta quindi di uno strumento ancora in fase di rodaggio, che però potrebbe dare una prima risposta alle logiche esigenze di categorie estremamente svantaggiate e quasi impossibilitate ad avere un normale rapporto con un sistema creditizio ancora abbastanza ripiegato in sé stesso, scottato dall’evidente gravità della questione relativa ai crediti deteriorati.
Proprio la vastità del fenomeno, che vede un gran numero di consumatori impossibilitati ad onorare il piano di rientro concordato con le banche per i finanziamenti ottenuti, ha avuto come conseguenza un deciso restringimento dei criteri di concessione dei mutui.
Una decisione di cui hanno fatto le spese coloro che, per ovvi motivi, non godono di una posizione patrimoniale forte.
Chi comunque volesse utilizzare il fondo, può fare domanda presso uno degli oltre 170 istituti che hanno già aderito all’iniziativa.
Per trovare l’elenco, basta collegarsi al sito di Consap, la società incaricata dal Ministero dell’Economia per la gestione del fondo.