L’efficienza energetica degli edifici è sempre più centrale anche nel nostro Paese.
Proprio dalla capacità degli immobili dislocati lungo il territorio nazionale di ottimizzare i consumi di energia e rilasciare il minor numero possibile di emissioni nocive, dipende infatti buona parte del futuro del nostro Paese.
La costruzione di un sistema immobiliare in cui sia possibile ridurre al massimo i consumi e produrre energia da fonti rinnovabili mediante dispositivi di ultima generazione è ormai un obiettivo irrinunciabile, anche sulla base di quanto propugnato dall’Unione Europea all’interno dei piani energetici stilati per il prossimo futuro.
Anche alla luce di quanto detto sinora, occorre quindi ricordare l’importanza della cosiddetta IPE, ovvero l’Indice di Prestazione Energetica per la climatizzazione invernale. Andiamo dunque a vedere di cosa si tratti.
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Cos’è l’Indice di Prestazione Energetica
Con questo termine si intende il parametro che tiene nel debito conto il rapporto tra l’energia necessaria per portare un ambiente alla temperatura di 18° e la sua superficie utile o il volume lordo nel caso di locali non residenziali.
In pratica, l’IPE va ad esprimere il consumo totale di energia primaria necessario per riscaldare un locale in riferimento alla sua estensione.
Il totale necessario per riscaldare nel corso dell’anno un edificio per ogni metro quadro, verrà poi riportato sull’etichetta energetica riguardante lo stesso, costituendo un importante punto di riferimento anche per chi volesse vendere o acquistare un’unità al suo interno.
A partire dal primo giorno di gennaio del 2012, ove si intenda vendere un immobile, occorre accludere all’annuncio di vendita anche l’IPE, contenuto all’interno dell’APE (Attestato di Prestazione Energetica).
Possiamo dire che alla definizione dell’IPE concorrono il riscaldamento ottenuto, il raffrescamento estivo, la produzione di acqua calda sanitaria e l’illuminazione. Più l’IPE è basso, più bassi sono i consumi energetici da sostenere al suo interno.
Come si calcola l’IPE
Per calcolare l’Indice di Prestazione Energetica si usa come unità di misura il kWh/m2 anno, basando il processo sui servizi effettivamente presenti all’interno dell’edificio preso in considerazione.
Ove manchino la climatizzazione invernale o la produzione di acqua calda sanitaria, tali parametri saranno oggetto di simulazione.
Le procedure previste per il calcolo, sono due:
1) la procedura di calcolo da progetto, in cui i dati vengono estrapolati appunto da questo, una metodologia che riguarda soprattutto gli edifici di nuova costruzione, quelli oggetto di lavori di ristrutturazione di una certa importanza e la redazione della cosiddetta AQE (Attestato di Qualificazione Energetica):
2) la procedura di calcolo da rilievo, nella quale i dati sono ottenuti tramite un sopralluogo nell’edificio interessato, un processo che riguarda immobili già esistenti o comunque oggetto di interventi significativi.
L’Italia è all’avanguardia per efficienza energetica degli edifici
Se da un punto di vista energetico l’Italia ha ancora da fare passi importanti verso il conseguimento di un sistema realmente ottimale, dal punto di vista dell’efficienza energetica il nostro Paese è invece all’avanguardia, come attesta il rapporto pubblicato dal Consiglio Americano per una economia ad energia efficiente (ACEEE), un istituto che ha sede a Washington.
Il report ha analizzato le 16 principali economie del mondo in base a politiche e prestazioni energetiche, stilando una classifica che vede proprio l’Italia al secondo posto, alle spalle della Germania.
Un risultato importante, dal quale prendere le mosse per un ulteriore miglioramento nel futuro.