La pompa di calore è tra i dispositivi per la termoregolazione più innovativi in assoluto.
Il suo particolare funzionamento, che prevede un processo per il quale viene utilizzato il calore proveniente da una fonte esterna, che può essere l’aria, l’acqua o il sottosuolo, trasportandolo nell’ambiente che si intende riscaldare, è sinonimo di efficienza energetica e come tale ha spinto anche l’Unione Europea a sponsorizzarne un utilizzo sempre più esteso.
Il fattore che scava un solco nei confronti dei dispositivi tradizionali è l’utilizzo di una quantità di energia nettamente minore nel processo cui è chiamata a dare vita, nel corso del quale essa si aggira intorno al 25% di quella rilasciata nell’ambiente in cui vanno a operare.
Per capire meglio il dato, basterà ricordare che nel caso delle stufe tradizionali, il rapporto è di uno a uno.
In Questo Articolo Si Parla di:
Un esempio può spiegare meglio
Per capire ancora meglio il dato, sarà però il caso di fare un esempio.
Ove si prenda come riferimento una pompa da 5 kw, il suo fabbisogno di elettricità viene a situarsi tra i 500 e i 2mila watt.
Andrebbe però sottolineato come esso non sia costante, in quanto se nel periodo che segue l’inizio del processo il consumo è molto alto, in conseguenza del fatto che la pompa di calore deve riuscire ad elevare la temperatura dell’ambiente nel minor tempo possibile, in seguito provvede ad assestarsi su livelli meno elevati.
In tal modo, la macchina va a consumare intorno ai 2 kwh nel corso della prima ora, attestandosi poi a circa 0,5 in quelle successive.
Perché è importante il COP
Quando si intende capire il livello di consumi di una pompa di calore, occorre utilizzare un parametro fondamentale, ovvero il COP, Coefficiente di Prestazione.
Si tratta di un parametro teso a misurare l’efficienza non solo delle pompe di calore, ma anche di altri apparecchi termici per il riscaldamento, rappresentando il rapporto tra l’energia termica prodotta nell’ambiente da riscaldare e quella impiegata durante il processo.
Una seconda interpretazione del COP è di tipo più strettamente economico e va a formare il costo unitario confrontando appunto l’energia prodotta e quella impiegata.
Proprio definendo un COP minimo si può stabilire la convenienza finanziaria delle pompe di calore nei confronti degli altri mezzi di riscaldamento tradizionali.
Quanto si può risparmiare con la pompa di calore
Il maggiore vantaggio assicurato dalle pompe di calore deriva in particolare dalla riduzione del tempo di funzionamento di cui ha bisogno il sistema per riscaldare un locale in inverno e rinfrescarlo nei mesi estivi.
A livello di consumi, tale vantaggio si traduce in un risparmio del 30% rispetto ai consumi che caratterizzano un sistema incentrato su stufe elettriche.
Il modo migliore per capire il consumo effettivo giornaliero di una pompa di calore è quello di utilizzare un wattmetro non di tipo economico, il quale va inserito in una presa elettrica e collegato al dispositivo, andando a rilevare non solo la potenza istantanea assorbita dalle pompe di calore, ma anche i kwh assorbiti in un determinato arco temporale, in modo da calcolare la spesa corrispondente prendendo come riferimento il costo di ogni kwh desunto dalla bolletta.
Un ausilio tale da rivelarsi prezioso in particolare nel caso di quelle apparecchiature elettriche il cui funzionamento dipenda da variabili tali da incidere in un arco temporale prolungato, come appunto le pompe di calore.
Ti potrebbe interessare leggere anche: