Quando si parla di impianto fotovoltaico e della sua convenienza, occorre sgombrare il campo da vere e proprie leggende metropolitane e informazioni inesatte.
Tra le prime, ad esempio, il fatto che con la fine del Conto Energia l’energia solare non sia più conveniente, una affermazione smentita dagli studi elaborati nel corso degli anni.
Proprio in tema di convenienza, occorre invece precisare con grande forza come se sono sicuramente importanti fattori come il rendimento sempre più elevato dei pannelli e l’incidenza della detrazione fiscale, a rendere sempre più vicino il cosiddetto ROI (Return of investment) concorra in maniera determinante l’autoconsumo, ovvero l’utilizzo familiare dell’energia elettrica prodotta dall’ impianto fotovoltaico.
Andiamo quindi a vedere il motivo.
In Questo Articolo Si Parla di:
Cos’è l’autoconsumo
Come è ormai noto, i pannelli installati sul tetto catturano energia solare, la quale viene poi convertita in elettricità.
Resta però da vedere quanta parte di quella prodotta, viene utilizzata all’interno della casa e quanta invece immessa in rete.
La convenienza dell’ impianto aumenta in maniera proporzionale con l’aumento dell’autoconsumo domestico, ovvero dell’utilizzo in proprio dell’elettricità auto-prodotta.
Proprio al fine di poter aumentare questa convenienza, si può però ricorrere al cosiddetto autoconsumo differito, ovvero la conservazione dell’energia in batterie, al fine di essere impiegata quando serve, ad esempio nel corso delle ore notturne o quando il tempo nuvoloso impedisce ai raggi solari di bucare la coltre delle nubi.
Quanto autoconsuma un impianto fotovoltaico?
Solitamente un normale impianto fotovoltaico domestico riesce a raggiungere un autoconsumo istantaneo tra il 20 e il 30%.
Con l’integrazione di batterie nell’ impianto fotovoltaico, si possono però spostare i consumi alle ore diurne, in modo da poter raggiungere una soglia prossima al 50%.
Lo si può fare ad esempio programmando durante il giorno operazioni come quelle relative al bucato con la lavatrice o la pulitura di piatti e bicchieri con la lavastoviglie.
A tal proposito va ricordato come esistano in commercio dispositivi in grado di avviare in automatico elettrodomestici una volta che si presentino determinate condizioni (come una produzione fotovoltaica sufficiente) e avviare e monitorare gli elettrodomestici da remoto tramite smartphone, tablet o pc,i quali per farlo utilizzano il web.
Possiamo comunque affermare che con l’adozione di una batteria da 3 a 5 kWh nell’inverter, siamo tranquillamente in grado di arrivare ad un autoconsumo intorno al 70%.
Cosa vuol dire ciò, in soldoni? Che la bolletta energetica si alleggerirà appunto del 70%.
L’alternativa all’autoconsumo è l’immissione in rete
Qual è l’alternativa all’autoconsumo?
L’immissione del surplus di energia nella rete Enel.
Sarebbe peraltro più corretto dire che questa operazione sia complementare, non alternativa, in quanto appunto riguardante la quantità eccedente e non stoccata nei sistemi di accumulo.
Naturalmente questo quantitativo viene remunerato dal gestore, il quale sconterà appunto il corrispettivo in bolletta.
La remunerazione avviene sotto forma di un contributo per l’energia immessa in rete, detto Contributo in Conto Scambio, e la liquidazione delle eccedenze annuali, nel caso in cui l’energia immessa sia in quantità superiore a quella prelevata.
Va però rilevato come convenga sicuramente puntare sull’autoconsumo in quanto il rimborso dello scambio sul posto è inferiore al costo dell’energia in bolletta.
Un dato da tenere assolutamente in conto ove si valuti l’adozione di un impianto fotovoltaico.
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