Caldaie a condensazione GPL, l’alternativa quando non c’è il metano. Come è ormai noto, anche in Italia, a partire dal 26 settembre 2015, non è più possibile produrre caldaie convenzionali.
Il nostro Paese ha infatti recepito la direttiva EcoDesign, che impone in pratica la commercializzazione di prodotti ad elevato rendimento e dal profilo strettamente ecofriendly, a partire dalle caldaie a condensazione.
In pratica le aziende che producono dispositivi per la termoregolazione non possono più proporre modelli tradizionali e potranno vendere le scorte dei loro magazzini sino ad esaurimento.
Una volta esaurite le scorte, sarà in pratica necessario ricorrere alle caldaie a condensazione, con i vantaggi che esse sono in grado di assicurare.
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Cosa succede se non c’è il metano?
Le nuove disposizioni, creano però un problema in alcune zone della penisola, ovvero quelle che non sono servite dal metano.
Una eventualità non proprio remota, considerato che molto spesso i gestori non hanno alcun vantaggio nel protrarre la rete in zone poco popolate.
In casi di questo genere, occorre porre rimedio alla mancata metanizzazione ricorrendo alle caldaie a condensazione a GPL, che però sono meno convenienti rispetto ai dispositivi a metano.
Tra le caldaie a condensazione a metano e quelle a GPL esiste un gap abbastanza sensibile, intorno al 20%, anche se allo stesso tempo una macchina del secondo tipo riesce comunque a garantire risparmi del 30% circa nei confronti dei modelli convenzionali.
Per ovviare a questo problema, molti enti locali hanno deciso di andare incontro ai cittadini interessati disponendo sgravi fiscali, come previsti del resto dalla legge 23 dicembre 1998 n. 448 (articolo 8 comma 10 lettera C), modificata con la 144 del 17 maggio 1999.
Si tratta in pratica del provvedimento che ha istituito la “carbon tax” in modo da attenuare l’aumento dell’accisa applicata al gasolio da riscaldamento e al gas di petrolio liquefatto (GPL).
Nelle sue pieghe è infatti prevista un’agevolazione per gli acquisti di tali prodotti in alcune zone del territorio nazionale.
La disposizione è stata poi oggetto di modifica con la Finanziaria del 2000, che all’articolo 12 comma 4 stabilisce come tali benefici vadano estesi anche ai combustibili impiegati nelle frazioni “non metanizzate” dei Comuni ricadenti nella zona climatica “E”.
Si tratta in pratica di zone che sono individuate di anno in anno dopo una richiesta del consiglio comunale interessato e che devono essere comunicate al Ministero delle Finanze e al Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigiano entro il 30 settembre di ogni anno, come previsto dal DPR 412 del 26 agosto 1993.
Le detrazioni
Le agevolazioni già ricordate vanno ad aggiungersi alle detrazioni fiscali del 65% che premiano anche nel 2016 chi decida di dare vita a ristrutturazioni edilizie nel senso dell’efficienza energetica.
Se in un primo momento sembrava che questo sarebbe stato l’ultimo anno con gli attuali livelli di detrazione, che nel 2017 sarebbe dovuto tornare all’originario 36%, nelle ultime settimane questa ipotesi è stata letteralmente spazzata via, per cui anche il prossimo anno chi acquisterà caldaie a condensazione, anche quelle che lavorano con il GPL, vedrà il suo investimento premiato dal bonus, da scontare in dieci rate di eguale importo sulla propria dichiarazione dei redditi.
Considerato che questi dispositivi continuano a costare circa il doppio rispetto ai modelli tradizionali, si tratta di un incentivo che potrebbe accelerarne non poco la diffusione nelle case degli italiani.