Il mercato dell’IoT (acronimo di Internet of Things) continua a crescere anche nel nostro Paese. Nel corso del 2017, infatti, in Italia il comparto ha fatto registrare una crescita del 32%, attestandosi a quota 3,7 miliardi di euro, confermando le previsioni formulate dagli analisti. Un dato che è in linea con quello messo a segno da altri Paesi occidentali o superiore e che conferma le straordinarie prospettive di un settore che continua a crescere a ritmi esponenziali.
In Questo Articolo Si Parla di:
La ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of management del Politecnico di Milano
I dati ricordati sono estrapolati dalla ricerca elaborata dall’Osservatorio Internet of Things della School of management del Politecnico di Milano condotta nell’arco del 2017. Dallo studio in questione emerge che a trainare il mercato sono soprattutto i contatori intelligenti (26% pari a 980 milioni) e le automobili connesse (22%, 810 milioni), che costituiscono quasi la metà del complesso. Seguono poi le applicazioni di smart building (14%, 520 milioni), le soluzioni IoT per la logistica (9,7%, 360 milioni), quelle per la smart city (8,6%, 320 milioni), e per la smart home (7%, 250 milioni). Lo stesso Osservatorio lascia peraltro capire come si tratti di numeri destinati ad una ulteriore crescita, soprattutto facendo leva sulla proroga degli incentivi legati al super ammortamento e all’iper ammortamento previsti nel quadro del Piano nazionale industria 4.0.
Un dato in controtendenza
Se però il mercato nel nostro Paese cresce a ritmi notevolissimi, c’è un dato in controtendenza che preoccupa non poco gli analisti, ovvero quello relativo alla mancata crescita delle startup nostrane. Proprio la mancata crescita delle piccole aziende ad alto tasso di innovazione sta in pratica consegnando il mercato ai grandi gruppi dell’hi-tech.
Per capire meglio cosa stia accadendo bastano anche in questo caso i crudi numeri. Sono infatti appena 99 le realtà di questo tipo censite sul territorio peninsulare, con il capitale raccolto nel 2017 che è addirittura in contrazione, attestandosi a quota 11,2 milioni di euro, il 2% in meno rispetto all’anno precedente.
View e Ring, due casi di scuola
Si tratta comunque di una tendenza globale, che vede i grandi gruppi all’offensiva, anche grazie alla forza finanziaria di cui possono godere. Basti pensare che View, una azienda californiana nota per aver varato la finestra intelligente, ha dato vita ad un round di finanziamenti grazie al quale ha potuto raccogliere oltre 200 milioni di dollari.
Non meno rilevante il caso di Ring, che dopo aver calamitato finanziamenti per oltre 100 milioni di dollari è stata acquisita da Amazon per un miliardo. Stessa sorte toccata a Silver Spring Networks che è stata acquistata dal colosso energetico Itron, per 830 milioni di dollari.
Numeri coi quali non possono certo competere le nostre startup, che nella maggior parte dei casi non riescono ad arrivare al milione di euro di finanziamenti. Un problema non da poco che potrebbe infine rendere marginali le nostre imprese in un settore che sta acquisendo una importanza sempre più rilevante, tanto da aver anche ispirato la nascita di IOTA, la divisa digitale ideata proprio per fare da carburante per questo genere di mercato.