La sempre più pronunciata automazione sui posti di lavoro è vista con notevoli timori da molte parti. Se naturalmente gli imprenditori vedono all’orizzonte un notevole aumento di produttività e la diminuzione dei costi legati alla produzione, i lavoratori sono notevolmente preoccupati dalla possibilità che l’introduzione delle macchine possa andare a discapito del capitale umano. Sono le stesse ricerche a mettere in evidenza come spesso una cosa possa avere ricadute di largo impatto sull’altra. Va però rilevato come siano sempre più forti le voci di chi pensa all’automazione come una opportunità da non perdere e non necessariamente tale da comportare la perdita di posti di lavoro.
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L’automazione crea lavoro?
Una domanda cui solo il futuro potrà dare una risposta. Va però sottolineato come alcuni studi elaborati negli ultimi mesi tendano a stimare come in alcuni settori altamente tecnologici e ad elevato tasso di innovazione ogni posto di lavoro potrebbe essere in grado di crearne ulteriori 2,1. Secondo gli analisti di ADP Italia, sarà proprio l’integrazione sempre più pronunciata tra uomo e macchina sui posti di lavoro a regalare nuove opportunità. Una affermazione che non sembra riscuotere il consenso di Donald Trump, che proprio negli ultimi mesi non ha mancato di scagliarsi in particolare contro Amazon, responsabile secondo l’attuale inquilino della Casa Bianca di distruggere i tradizionali mestieri legati al commercio azzerando la concorrenza.
Amazon desta grande preoccupazione
Il gigante del commercio elettronico è sotto accusa ormai da anni. La sua crescita esponenziale, secondo i detrattori, avrebbe letteralmente devastato il settore del retail fisico, con conseguente licenziamento di milioni di lavoratori e la chiusura di migliaia di esercizi commerciali fisici. I sostenitori di Amazon sono soliti però ribattere a questa accusa ricordando come l’azienda abbia creato in pochi anni oltre 300mila posti di lavoro. Ma cosa ancora più notevole, l’impresa guidata da Jeff Bezos ha introdotto un numero sempre più massiccio di macchine che non solo non hanno comportato una riduzione dei posti di lavoro, ma addirittura sembrano averli incrementati.
I numeri sembrano smentire le previsioni
Attualmente Amazon conta più di 100mila robot operativi a livello globale, mentre i suoi dipendenti sono oltre 382mila in ogni parte del mondo, tre volte più numerosi di quelli di Microsoft e 18 volte di più rispetto a quelli vantati da Facebook. Va però notato come la sempre più elevata automazione non abbia assolutamente rallentato la corsa alle assunzioni, se si pensa che nello scorso giugno, l’azienda ha fatto registrare una crescita del personale pari al 42% a fronte di un incremento delle vendite del 25%. Si tratta di numeri che non sarebbero neanche lontanamente immaginabili senza l’aiuto delle macchine. I robot hanno infatti ottimizzato la rapidità e l’efficienza dei servizi, comportando in tal modo un aumento della domanda e del fatturato e rendendo necessaria la creazione di nuovi posti di lavoro proprio al fine di soddisfare il crescente numero di ordini. Resta solo da capire sino a quando potrà durare questo trend e se l’aumento di posti di Amazon possa compensare la distruzione di quelli della concorrenza. Anche perché l’attitudine al consumo può avvenire solo in un quadro occupazionale attivo.