Con la fine del Conto Energia e dei generosi incentivi assicurati a chi aveva aderito alla prima fase dell’energia solare, in molti si erano spinti a prevedere un declino del fotovoltaico in Italia.
Un vaticinio che però sembra ormai del tutto errato, almeno alla luce degli ultimi dati resi noti da Bloomberg New Energy Finance.
Dati secondo i quali, in alcune aree del mondo l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili è già più convenienti di quella derivante dalle fonti fossili, anche senza il ricorso a sussidi pubblici o agli incentivi pagati sulla bolletta dai consumatori.
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I fattori che spiegano il mutamento di prospettiva
I fattori che stanno contribuendo con grande forza a mutare il quadro di riferimento, sono in particolare il crollo di prezzi dei pannelli e l’evoluzione di una tecnologia che si sta mostrando sempre più efficiente.
Il saldarsi di queste condizioni ha permesso al costo al megawattora dell’energia fotovoltaica non solo di superare quella da fonte eolica a terra, ma anche il carbone.
Un trend che è stato riscontrato in Paesi come Cina, India, Brasile, Sud Africa, Cile e altre 54 economie emergenti del mondo, aree in cui rispetto al 2010 i costi medi per la realizzazione di un impianto solare si sono appunto dimezzati, mentre i prezzi dell’energia sono calati di oltre un terzo.
E’ stato il presidente di Bloomberg New Energy Finance, Michael Liebrech, ad affermare come si sia ormai entrati nell’era della “energia fotovoltaica sottocosto”.
Un’era che ha dato risultati soprattutto in Cile, ove è stato conseguito il prezzo record di 29 dollari al megawattora, mentre anche Messico e Sud Africa si situano ormai stabilmente sotto la soglia dei 50 dollari.
L’Italia in preda alle contraddizioni
In questo quadro, resta difficile comprendere cosa stia succedendo in Italia, che pure era stato a lungo tra i Paesi più avanzati sul fronte delle energie rinnovabili.
In particolare ha destato grande sensazione la decisione del governo Renzi di andare a colpire retroattivamente gli incentivi del Conto Energia.
Un provvedimento che ha seminato sfiducia negli investitori e che è stata da molti analisti giudicata come il principale motivo della sostanziale stasi del fotovoltaico italiano degli ultimi anni.
Una decisione ancora meno comprensibile facendo riferimento alle difficoltà per il Paese di approvvigionarsi di energia da fonti fossili su teatri geopolitici sempre più instabili, con costi crescenti e, soprattutto, non prevedibili.
E’ stato di recente Paolo Rocco Viscontini, fondatore di Enerpoint, pioniere delle rinnovabili in Italia e presidente dell’associazione Italia Solare, a ricordare come lungo il territorio italiano siano disseminate 11 milioni di abitazioni private e 3 milioni di palazzine e condomini le quali potrebbero ospitare impianti fotovoltaico sui propri tetti.
Ad oggi, soltanto mezzo milione di questi immobili vantano pannelli per la produzione dell’energia solare, se si riuscisse ad aumentare tale dato si potrebbe portare al 50 per cento il fabbisogno soddisfatto dall’energia del sole.
Una crescita che segnerebbe in pratica la fine, o quasi, della dipendenza energetica del Paese dall’estero e che quindi andrebbe perseguito con grande forza.
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