Il condizionatore è ormai un dispositivo molto diffuso nelle case degli italiani. A favorirne la diffusione è stato in particolare un calo dei prezzi che ha permesso a molti di superare la diffidenza verso un oggetto per molti anni considerato alla stregua di un lusso, anche se in effetti considerando le tariffe dell’energia elettrica in Italia, lo sforzo finanziario da fare rimane non proprio secondario. Anche perché una volta che sia stato acquistato, il condizionatore deve funzionare al meglio e, quindi essere installato da un tecnico specializzato. A questo proposito va puntualizzato come in pratica non sia più possibile ricorrere al fai da te o a persone prive di qualifica, ma sia senz’altro obbligatorio far montare il dispositivo da un installatore professionale, munito delle relative licenze.
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Una pratica non solo sbagliata, ma anche illegale
A partire dal 2016, infatti, il regolamento che sovrintende all’installazione dei condizionatori impone una serie di norme tese a tagliare la strada ai cosiddetti tecnici della domenica, ovvero quelle persone che essendo provviste di qualche nozione tecnica, si adoperano in qualità di installatori. Il problema è che tale pratica non solo può rivelarsi perdente per chi la adotti, a causa di una installazione non ottimale, ma può anche rivelarsi dannosa per la collettività, in quanto impedisce alle macchine di operare al meglio della loro potenzialità, in particolare non conseguendo gli obiettivi di efficienza e risparmio energetico per i quali sono state ideate. Va peraltro ricordato che oltre ai danni di carattere finanziario che possono conseguire da un comportamento così sbagliato, l’utente rischia di andare incontro ad una sanzione pecuniaria estremamente elevata, che parte da un minimo di 500 euro, per arrivare sino a quota 6mila.
I riferimenti normativi
A fare da riferimento normativo all’installazione dei condizionatori, è il DPR n°43 del 27 gennaio 2012, con il quale anche nel nostro paese è stato recepito il Regolamento europeo (CE) n°842/2006 su taluni gas fluorurati a effetto serra. Proprio in forza di questo provvedimento, è stata infatti resa obbligatoria la certificazione del personale e delle imprese che operano su apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenti gas fluorurati a effetto serra. Il regolamento in questione, afferma con assoluta nettezza come soltanto il personale e le imprese provviste di regolare certificazione possano operare sui dispositivi che vedano la presenza di gas fluorurati. Una prescrizione che riguarda sia l’installazione che le attività di controllo e manutenzione. Chi va a violare tale disposizione, può essere oggetto di sanzioni, sia di carattere amministrativo che pecuniarie, ai sensi del Decreto legislativo n°26 emesso il 5 marzo 2013.
Va poi ricordato il nuovo Regolamento (UE) n° 517 del 16 aprile 2014, che ha preso il posto del precedente 842/2006 a partire dal 1° gennaio 2015, il quale prevede che i gas fluorurati possano essere venduti o acquistati soltanto da imprese in possesso di certificazione o che impieghino personale certificato, istituendo inoltre l’obbligo da parte delle aziende fornitrici di conservare un apposito registro nel quale tracciare acquisti e acquirenti di gas fluorurati.
Proprio questo nuovo regolamento rende la certificazione, oltre che un adempimento obbligatorio, uno strumento fondamentale e indispensabile al fine di svolgere l’installazione, la manutenzione e l’assistenza a macchine per la climatizzazione contenenti gas di questo tipo.
Con il suo avvento è vietato vendere un condizionatore ad un privato ove questi non possa dimostrare che l’impianto sarà installato da un operatore specializzato, tramite un’autocertificazione in cui venga specificato il nome della ditta o dell’operatore specializzato a cui verrà demandato il montaggio.
Sono presenti anche le norme per la manutenzione di un impianto di climatizzazione. In particolare, il regolamento prevede che:
1) ogni condizionatore (con potenza maggiore o uguale a 12 kW) deve avere una propria carta d’identità, rilasciata esclusivamente da manutentori o installatori autorizzati ad operare sugli impianti, i quali hanno l’obbligo di trasmettere il rapporto di efficienza energetica all’ente locale che aggiorna il catasto;
2) periodicamente, su ogni impianto occorre eseguire lavori di manutenzioni ad opera del personale qualificato.
Il compito di controllare spetta agli enti locali, che possono svolgere controlli a campione su qualsiasi impianto di climatizzazione, al fine di verificarne l’efficienza energetica e la regolarità delle manutenzioni. In caso di irregolarità le multe vanno da 500 a 3mila euro, mentre il tecnico che non esegua i controlli in conformità della normativa in vigore, rischia una multa che va da 1.000 a 6mila euro.