Con il termine di accatastamento si indica la pratica necessaria al fine dell’inserimento delle planimetrie di un fabbricato all’interno della banca dati catastale.
Si tratta di un adempimento obbligatorio sia ove si tratti di nuove costruzioni, sia per le ristrutturazioni edilizie tali da comportare mutamenti più o meno significativi della rendita catastale.
Come si può capire da questa premessa si tratta perciò di una pratica che serve per attribuire la rendita catastale, ovvero quel valore fiscale il quale verrà poi utilizzato in qualità di base imponibile per la tassazione degli immobili e sulla verranno poi ad essere calcolate l’imposta municipale propria (IMU), ove si debba versare e le altre imposte.
Per poter effettuare l’accatastamento occorre rivolgersi ad un tecnico specializzato (geometra, architetto, ingegnere), pagando naturalmente il corrispettivo per il lavoro elaborato.
Le spese sono a carico del compratore, a meno che non intervenga un differente accordo tra le parti che danno vita alla compravendita.
Sarà il tecnico prescelto a fornire tutta la documentazione all’Agenzia del territorio, una volta che sia stato effettuato il sopralluogo dell’immobile interessato.
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Il DOCFA
Al fine di effettuare l’accatastamento si utilizza il DOCFA (acronimo di Documento Catasto Fabbricati), ovvero un particolare software predisposto all’uopo dal Ministero delle finanze.
Tramite questo modello si possono presentare al catasto:
– 1) i nuovi accatastamenti;
– 2) le variazioni catastali relative agli edifici già esistenti.
Nel primo caso, ovvero ove si tratti di una nuova costruzione per l’accatastamento si rende necessario anche il tipo mappale, con il quale il fabbricato viene inserito nella mappa catastale.
Va ricordato che allo stato attuale nel nostro Paese esiste una elevatissima quantità di immobili non registrati al catasto e che di conseguenza risultano invisibili al fisco.
Ad essi vanno poi aggiunti i fabbricati rurali, o meglio quelli che risultano tali pur avendo avuto modifiche più o meno vistose nel corso degli anni, oppure hanno mutato la loro destinazione d’uso pur risultando ancora senza rendita.
Non va poi dimenticata la realtà rappresentata dai fabbricati di tipo rurale che a loro volta godono di una rendita molto più bassa rispetto a quella reale.
Il vantaggio per i proprietari è quello di pagare tasse più basse di quelle realmente dovute.
Va però ricordato a tal proposito che le sanzioni in caso d accertamento sono salate, circostanza che consiglierebbe di fare l’accatastamento in maniera spontanea, evitando in tal modo di dover pagare multe.
I costi di accatastamento
Le spese di accatastamento possono variare sulla base di numerosi fattori.
La prima distinzione è quella tra una modifica su un immobile già esistente, tale da comportare un cambiamento di rendita catastale ed una nuova costruzione, poichè nel secondo caso si necessita oltre che del DOCFA anche del tipo mappale, con conseguente aggravio di spesa.
Il prezzo varia poi in base alla superficie, aumentando in relazione all’aumento dei metri quadri interessati.
Infine occorre tenere nel debito conto la località in cui è ubicato l’immobile e i prezzi di mercato.
Ad esempio le parcelle dei geometri variano sulla base delle pratiche catastali che devono compiere nel caso specifico a loro sottoposto. In media possiamo dire che il costo si aggira intorno ai 2000 euro.
Per poter risparmiare qualcosa è sempre il caso di chiedere un preventivo gratuito e senza impegno ai tecnici della zona di competenza, i quali potranno fornire un quadro più preciso.
Al totale occorrerà poi aggiungere le pratiche burocratiche per l’accatastamento che ammontano a circa 50 euro per ogni singola unità ed eventualmente le imposte dovute per la richiesta e la presentazione del tipo mappale.